Quale sia il segreto di Andrea Vitali nello scrivere “romanzi di lago”, nessuno lo sa. O meglio non lo vuole sapere se non leggendo gli scritti del medico di Bellano, paesino sul lago di Como. Per presentare la sua ultima fatica, “la ruga del cretino” scritta a quattro mani con il criminologo Massimo Picozzi, ha scelto Bogogno, o meglio la sala della Società di Cultura Bogognese e di Storia Locale. Gremita all’inverosimile da un pubblico di appassionati, la struttura ha visto accogliere Vitali con un lungo e caloroso applauso, ripetendo quello che era già successo con l’altro scrittore di lago, Marco Polillo: un vero e proprio “assalto” fatto di domande, interventi e supposizioni. Un pubblico attivo e recante tra le mani il romanzo, pronto per la classica dedica finale. Il comasco tuttavia ha saputo, con grande arguzia, raccontare e dialogare con i presenti, quasi fosse in un salotto di casa, calandosi perfettamente nei panni “dell’amico di sempre” con la caratteristica di proporre, con il gusto squisito della scrittura, angoli e situazioni di paese.

Così la storia di Birce, affrescata verso la fine dell’ottocento, diventa un “giallognolo”, come lo ha definito lo steso Vitali, grazie al fantasioso passaggio del grande psichiatra torinese Cesare Lombroso, tra l’altro mai realmente passato nel territorio di Como. Tutto questo condizio con una perfetta trattazione della storia di Birce, di qualche segreto nascosta in una formula matematica (risolta dagli esperti della Bocconi di Milano) in un grandioso quadro di fine ottocento. Come andrà a finire la storia? Basta leggere il volume. Da sottolineare che l’autore ha nel cassetto altre dodice storie già pronte. Cosa riguarderanno? Attendiamo. Intanto Vitali ha ricevuto come dono del gorgonzola (Palzola), eccellenza di questa terra.